mercoledì 19 maggio 2010

«La Fanciulla del West, tra musica e messa in scena» - Abstract

Autore: Ilaria Castellazzi

Tesi di laurea in Musicologia discussa l’11 marzo 2002 presso l’Università degli studi di Pavia – facoltà di Musicologia (sede di Cremona)
Relatore: prof. Michele Girardi, università di Pavia
Correlatore: prof.ssa Maria Ida Biggi, università di Venezia
votazione: 110/110 con lode


La tesi prende le mosse da un più ampio contesto di rivalutazione del teatro d'opera nel suo aspetto visivo e scenico, la cui importanza è testimoniata dalla pratica - diffusasi in Francia a partire dal terzo decennio del XIX secolo - di fissarne il profilo nei cosiddetti livrets de mise en scène. In particolare, l'analisi del livret che riporta la messa in scena per La Fanciulla del West del régisseur Jules Speck costituisce il nucleo del lavoro, che mette in luce la centralità della componente visiva e registica all'interno dell'opera western di Puccini; un'opera multiforme, sperimentale, tecnicamente ardita, in linea con le tendenze della poetica della maturità pucciniana, segnata dalla profonda necessità, da parte del compositore, di rinnovare il proprio stile e trovare nuove forme di espressività. In questo senso va letta la costante attenzione di Puccini nei confronti dell'elemento visivo dell'allestimento: in Fanciulla del West la sua abilità di far convergere differenti livelli di narrazione verso la creazione di un'unica idea drammatica si intreccia ad una pronta intuizione visiva, unita ad una tecnica di costruzione musicale padroneggiata con disinvoltura. Tutto ciò dà vita ad un'opera complessa, varia, interessante in virtù dei suoi stessi contrasti; un vero capolavoro di soluzioni armoniche, motiviche, timbriche, in perfetta simbiosi con un ambiente scenico in grado di interagire con la vicenda fin nei suoi risvolti più profondi (IC).

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