mercoledì 19 maggio 2010

recensione





«Il realismo musicale nella "Tosca"» - Sieghart Döhring


da: «Puccini» - a cura di Virgilio Bernardoni - ed. Il Mulino


Il saggio di Sieghart Döhring «Il realismo musicale nella "Tosca"» propone un’interessante riflessione sulla concezione "realistica" del dramma musicale di Giacomo Puccini.

Analizzando le situazioni drammatiche ed il relativo trattamento musicale di un’opera secca, tagliente, quasi precipitosa, quale, appunto, "Tosca", emerge chiara la ricerca da parte del compositore di uno stile improntato alla verità drammatica. Puccini, contrariamente all'opinione dei suoi detrattori, non ricerca l’ "effetto", né l’esplodere, di veristica impronta, degli "affetti" : tutto è funzionale alla rappresentazione dello sviluppo drammatico. Tant’è vero che, alle obiezioni sollevate da Giulio Ricordi riguardo al duetto Tosca-Cavaradossi del III atto (lettera 10-X-1899), egli rispose difendendo la forma spezzata, frammentaria, che aveva tanto deluso l’editore: una forma scelta e voluta da Puccini per esprimere lo stato d’animo dei due amanti, teso, sospeso tra paura e speranza; una forma, dunque, improntata al realismo drammaturgico che tanto premeva al toscano.

Realismo che nasce dalla combinazione di molteplici elementi: in primo luogo, un utilizzo dei motivi volto a rompere le strutture semantiche, per creare una rete di allusioni e rimandi che rispecchino gli avvenimenti non soltanto reali ma anche psicologici. Questa tecnica, vicina al Debussy di "Pelléas et Mélisande" più che a Wagner, permette a Puccini di dipingere meccanismi psichici e sfumature emotive senza che l’efficacia drammatica si perda: al contrario, ne viene accentuata la chiarezza espressiva, che è perciò recepita come REALISTICA.

In effetti l’originalità di Puccini sta proprio nell’intrecciare indissolubilmente tutti gli aspetti del dramma musicale, creando un’opera in cui il testo, la musica,

la scena - dal punto di vista visivo - , l’azione drammatica siano interdipendenti e complementari.

Ogni elemento è dunque strettamente funzionale alla resa finale del disegno drammaturgico; sia esso una pennellata di colore locale (quasi scontato il riferimento all’inizio dell’ultimo atto di "Tosca" con la sua alba romana) oppure una melodia emotivamente intensa (altrettanto scontato l’esempio, nel medesimo atto, dell’aria di Cavaradossi, veicolo di una tensione fortissima), è comunque ugualmente importante. E diventa rivelatore non soltanto di un’abile tecnica compositiva, ma anche, e soprattutto, della volontà di Puccini di far convergere verso la realizzazione di un’ idea drammatica tutti i mezzi rappresentativi ed espressivi. (IC)

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